Anno nuovo… attacchi informatici nuovi. Se il 2019 ci ha lasciato con diversi episodi di cyberattacchi particolarmente gravi, non ultimo quello che ha coinvolto Unicredit banca pochi mesi fa, questo 2020 potrebbe riservarci minacce ancora più serie. Vediamo quindi come cercare di giocare di anticipo per prepararci al meglio al nuovo anno in termini di prevenzione informatica.
Attacchi ransomware mirati in aumento
Nel 2020 assisteremo a un aumento degli attacchi mirati di ransomware. Gli hacker dietro le campagne di questo tipo cambieranno tattica (come del resto accade di continuo), sfruttando per esempio gli accessi rubati ai database delle imprese, disponibili illegalmente nel deep web. Gli attacchi ransomware mirati di questo tipo richiedono un’attività precisa di raccolta di informazioni sulle vittime, ma possono consentire ai criminali di guadagnare molto più denaro rispetto ad altri tipi di tecniche. Gli ospedali, i distretti scolastici e i comuni continueranno a essere obiettivi privilegiati dalle organizzazioni criminali informatiche, probabilmente perché hanno risorse limitate e scarsa conoscenza informatica per difendersi.
La maggior parte degli attacchi informatici agli Stati rimangono senza colpevoli
Le tensioni geopolitiche causeranno un aumento significativo delle campagne di spionaggio informatico e degli attacchi informatici di matrice nazionale (si pensi allo scontro fa USA e Iran, per esempio). Ancora una volta, la mancanza di un quadro globale di norme di comportamento degli nell’ambito informatico e l’assenza di un meccanismo sanzionatorio per gli Stati “hacker” continuerà a essere terreno fertile per l’hacking sponsorizzato dallo Stato. I gruppi collegati a Russia e Cina effettueranno numerose operazioni contro Paesi di tutto il mondo, rispettivamente rivolti contro gli Stati occidentali e asiatici. Il livello di complessità delle campagne condotte dagli attori legati agli Stati nazionali continuerà ad aumentare, rendendo sempre più ardua l’attribuzione della paternità di tali attacchi.
Dispositivi IoT (Internet of Things) sempre più vulnerabili
L’aumento esponenziale del numero di dispositivi IoT (Internet delle cose o domestico), insieme al lancio delle reti 5G, aumenterà inevitabilmente il numero di attacchi su larga scala contro dispositivi intelligenti. Sebbene i produttori di tali sistemi (Google e Amazon su tutti) stiano implementando nuove funzionalità di sicurezza, molti di questi non hanno ancora provveduto a rafforzare le difese dei loro prodotti, rendendoli così più facili da hackerare. Il problema principale con queste famiglie di dispositivi potrebbe dipendere dal fatto che la velocità di immissione sul mercato ha spesso la precedenza sulla loro sicurezza. Questo è un meccanismo pericoloso perché comporta un numero crescente di vulnerabilità nei dispositivi che potrebbero essere facilmente sfruttate da eventuali aggressori.
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Attacchi basati sull’intelligenza artificiale
L’adozione delle IA migliora notevolmente il rilevamento degli attacchi e il loro contrasto. L’intelligenza artificiale accelera l’identificazione delle minacce, in particolare di quelle nuove, e aiuta le aziende/gli enti a rispondere rapidamente per bloccare gli attacchi in corso. Secondo Capgemini, il 63% delle imprese prevede di implementare soluzioni basate sull’intelligenza artificiale nel 2020, la maggior parte delle quali per migliorare la sicurezza della intranet. Tuttavia, gli hacker, in particolare quelli legati agli Stati, potrebbero trarre vantaggio dalla IA stessa per raccogliere informazioni sul loro avversario manipolando le intelligenze artificiali stesse. Particolarmente pericolosa in questo senso potrebbe essere anche l’adozione di sistemi basati sull’intelligenza artificiale nelle campagne di disinformazione condotte da hacker (si pensi ai noti hacker russi e al loro impatto sulle elezioni americane) e nella generazione dei pericolosissimi deep-fake che potrebbero creare situazioni particolarmente spinose.
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