Come ogni anno, Verizon ha pubblicato il suo rapporto 2022 “Data Breach Investigation Report” (DBIR).
Il rapporto evidenzia come il peso di responsabilità rispetto agli incidenti di sicurezza si sia pesantemente sbilanciato verso i dipendenti delle aziende e come si sia mostrata debole la catena degli approvvigionamenti, causa questa di molteplici incidenti (come nel famigerato caso del 2020 che ha coinvolto i clienti SolarWind, i cui effetti si sono propagati, per la clientela, fino al 2021).
Insomma non solo ransomware nel mirino degli esperti (fenomeno comunque preponderante e che ha pure evidenziato una tendenza al rialzo), ma anche “il nemico in casa”.
Il ransomware non è affatto una novità, e non lo sarà per molto. Il suo peso relativo è considerevole: continua ad essere la forma più frequente delle violazioni da malware per il semplice fatto che è l’azione che con più facilità garantisce un guadagno agli operatori di minaccia. È qualcosa che probabilmente proseguirà a lungo.
Nel 2021 (l’anno oggetto del rapporto 2022) si è visto un aumento di violazioni a sistemi e software nella catena di approvvigionamento, nel partenariato e forniture terze parti, una
Introdurre dei correttivi al proprio ecosistema nella speranza di migliorare il TCO senza doversi imbarcare in complesse ristrutturazioni è l’obiettivo di molti data center, e Intel, con la sua tecnologia Optane, promette proprio questo. In particolare Intel Optane SSD, nella variante DC (dedicata ai Data center), combina controller di memoria e storage veloci allo stato solido per eliminare il collo di bottiglia tipico degli storage “meccanici” di grandi dimensioni, e così facendo accelera complessivamente le applicazioni e riduce i carichi di lavoro sulle transazioni.
Ma l’hardware non è solo un “pezzo di ferro”; perché funzionino, i dispositivi hanno del software che gestisce la complessità interna con cui questi oggetti sono realizzati. Questo particolare software è detto firmware. I primi firmware erano posti (da cui il termine) in memorie a sola lettura (ROM) per cui un aggiornamento richiedeva la sostituzione del componente: oggi l’aggiornamento del firmware è cosa più semplice (e frequente) grazie a sistemi di memoria più malleabili (EEPROM e