Quando si parla di Security Awareness, si indica generalmente un’azione di sensibilizzazione sulla sicurezza informatica delle informazioni, volta principalmente ad incrementare il livello di consapevolezza degli utenti.
Ottobre segna il Cybersecurity Awareness Month, la campagna di sensibilizzazione che ha l’obiettivo di incoraggiare una maggiore sicurezza e protezione dei dati personali, al fine di aiutare gli utenti a rimanere al sicuro e protetti durante l’utilizzo di risorse informatiche.
La campagna è stata attivata nel 2004 dalla National Cyber Security Alliance (NCSA) e dal dipartimento della Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti (DHS) e, attualmente, è diffusa in Europa e America Latina.
Il tema di quest’anno si riassume nello slogan “Do Your Part. #BeCyberSmart”.
Nel mondo attuale, la tecnologia digitale è parte integrante della nostra vita, i dati si spostano e viaggiano velocemente e le minacce informatiche aumentano in modo esponenziale. La sicurezza informatica non è solo una responsabilità del professionista ma una responsabilità condivisa.
Ognuno di noi dovrebbe essere a conoscenza delle pratiche per la tutela delle informazioni e dei profili digitali, attraverso misure come l’utilizzo di password complesse, l’autenticazione a due fattori etc..
Uno degli obiettivi principali dei cyber criminali è, ad esempio, l’ottenimento di credenziali per l’accesso ai conti bancari. Basta una ricerca sul web per capire come le violazioni informatiche siano diventate sempre più comuni, è importante quindi gestire e proteggere le nostre informazioni in modo più professionale possibile.
Secondo il Digital Defense Report di Microsoft, che ha analizzato le principali minacce informatiche a livello globale nell’ultimo anno, c’è stato un aumento repentino degli attacchi con tecniche che rendono sempre più complessa l’identificazione dei cyber criminali, mettendo in pericolo anche gli utenti più esperti.
Nel 2019 sono state individuate e bloccate oltre 13 miliardi di mail nocive e sospette. Tra queste circa un miliardo conteneva Url create ad hoc per attivare attacchi phishing volti al furto di dati sensibili.
La maggior parte delle attività osservate lo scorso anno proveniva da gruppi situati in Russia, Iran, Cina e Corea del Nord.
Quali sono state le tecniche di attacco più comuni nel corso dell’ultimo anno? Le attività di “reconnaissance”, il malware, il furto di credenziali e gli exploit VPN (Virtual Private Network).
Parlando di percentuali, secondo il Digital Defense Report, la prima metà del 2020 ha visto un aumento del 35% degli attacchi rispetto alla seconda metà del 2019.