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Negli Stati Uniti è stata recentemente smantellata una vasta rete di lavoratori IT nordcoreani che, con la complicità di facilitatori internazionali, riusciva a infiltrarsi nell’economia digitale americana per aggirare le sanzioni e finanziare le attività illecite della Corea del Nord. Il Dipartimento di Giustizia USA ha annunciato l’arresto di un cittadino statunitense, la confisca di 29 conti finanziari e 21 siti web fraudolenti, nonché il sequestro di quasi 200 computer utilizzati per accedere da remoto ai network delle aziende vittime. Tra il 10 e il 17 giugno 2025, sono stati perquisiti 21 “laptop farm” in 14 stati, ovvero residenze dove i laptop aziendali venivano fisicamente ospitati per permettere l’accesso remoto ai lavoratori nordcoreani tramite tecnologie come KVM switch.
Secondo le autorità, la rete era supportata da individui localizzati non solo negli Stati Uniti ma anche in Cina, Emirati Arabi Uniti e Taiwan, permettendo a lavoratori IT nordcoreani di ottenere impieghi remoti presso oltre 100 aziende americane utilizzando identità rubate o fittizie. Una volta assunti, questi lavoratori ricevevano salari regolari e ottenevano accesso a informazioni riservate, tra cui tecnologia militare statunitense e criptovalute. In un caso, è stato documentato un furto di oltre 900.000 dollari in asset digitali da una società blockchain di Atlanta.
Oltre alla generazione di introiti illegali, questi lavoratori sfruttavano l’accesso interno per sottrarre dati sensibili, fondi, e ricattare le aziende minacciando la pubblicazione di dati riservati. Il DoJ ha anche sequestrato oltre 7,7 milioni di dollari in criptovalute e NFT legati a questa attività globale.
Tra gli arrestati spicca Zhenxing “Danny” Wang, accusato di aver orchestrato una frode pluriennale che ha fruttato più di 5 milioni di dollari. Altri complici identificati sono cittadini cinesi e taiwanesi, incaricati di compromettere l’identità di oltre 80 persone per favorire assunzioni fraudolente. I facilitatori statunitensi ricevevano e ospitavano i laptop aziendali, mentre società di comodo e conti correnti fittizi servivano a far sembrare i lavoratori affiliati a business legittimi.
Nel frattempo, Microsoft ha sospeso 3.000 account e-mail associati al gruppo, noto anche come Jasper Sleet, che crea identità digitali verosimili sfruttando profili LinkedIn, portfolio su GitHub e strumenti di intelligenza artificiale per alterare immagini e voci. Il gruppo utilizza anche VPN e software di remote management per nascondere la posizione reale, mentre i facilitatori forniscono documenti falsi per superare i controlli di identità aziendali.
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