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Chrome di nuovo sotto attacco
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Nelle ultime due settimane Google è dovuta correre urgentemente ai ripari per due distinte e nuove vulnerabilità 0-day di Chrome (in realtà sono vulnerabilità presenti nel sorgente chromium).
La prima vulnerabilità (pubblicata il 28 novembre sul National Vulnerability Database del NIST) è stata censita come CVE-2022-4135 con CVSS 9.6. Si tratta di una violazione dei limiti in scrittura della memoria del processo (CWE-787 – “Out-of-bounds Write”), comunemente nota come “buffer overflow dell’heap” nella componente GPU di Chrome.
Questa vulnerabilità consentirebbe ad un malintenzionato, che abbia compromesso il processo di rendering, di eseguire una evasione dalla sandbox tramite una pagina HTML appositamente creata.
Le conseguenze di un buffer overflow sono tipicamente l’arresto anomalo del software, ma anche la possibilità di porre il programma in un ciclo infinito: in ogni caso si raggiunge l’obiettivo di negazione del servizio (DoS), in questo caso negazione nell’uso del browser. Non è escluso che da un buffer overflow possano innescarsi meccanismi di esecuzione di codice arbitrario o evasione dai meccanismi di protezione esistenti, come nel caso descritto.