IoT: ancora Boa
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Non è la prima volta che ne parliamo, non è la prima volta che accade: le vulnerabilità di sicurezza non invecchiano mai, ovvero l’opportunità di sfruttamento sembrano non finire mai, e non stupisce dunque che i ricercatori abbiano per una volta ancora segnalato l’allarme di sfruttamento di vulnerabilità molto vecchie.
Questa volta si tratta di vulnerabilità relative ad un server Web non più sviluppato dal lontano 2005 e pertanto parliamo di vulnerabilità “forever day”. Queste vulnerabilità sono un cavallo di battaglia noto nel panorama, in quanto si tratta vulnerabilità appartenenti ad un software sì abbandonato, ma impiantato in differenti dispositivi IoT che lo portano ancora a bordo, procurandosi in questo modo un alto rischio.
Gruppi hacking cinesi (sponsorizzati dallo Stato: si parla di RedEcho) hanno condotto differenti campagne già in passato (con differenti vettori di attacco), e ora le ripetono, contro operatori del settore energetico indiano e anche altre organizzazioni strategiche, proprio a partire da questa debolezza nel mondo dei dispositivi IoT. Microsoft segnala lo sfruttamento delle vulnerabilità proprio di quel server Web Boa che dicevamo interrotto nel 2005: questo è componente IoT per l’accesso alla console di gestione dei dispositivi e le sue vulnerabilità aumentano in modo significativo il rischio per questi sistemi quando esposti su Internet.