Mese complesso per Campari, il gruppo che possiede i marchi Aperol e Grand Marnier, Averna e Cynar.
Il mese scorso la società ha subito il furto di 2 terabyte di dati accompagnati dalla minaccia di pubblicarli se l’azienda non avesse pagato 15 milioni di dollari.
Campari ha riferito che sarebbero stati compromessi i dati di 4.736 dipendenti, 1.443 ex dipendenti e 1.088 consulenti.
Nel complesso sono state esfiltrate informazioni personali e aziendali, ad esempio informazioni commerciali, dettagli di clienti, CV di candidati e documenti importanti aziendali.
Dopo l’attacco, avvenuto il 1 novembre, la società ha prontamente diffuso un comunicato stampa nel quale ha informato di essere stata vittima di un attacco malware.
Qual è stato però il virus responsabile?
Il 2020 è stato segnato in modo permanente e, gli attacchi informatici e le minacce online, si sono adeguati al periodo di fragilità.
All’inizio di marzo c’è stato un aumento importante dell’email di spam e di Phishing una parola che, nell’ultimo periodo, troviamo ovunque.
Da qualche giorno è in atto una truffa di tipo phishing nei confronti dello SPID di Poste Italiane. In momenti come questo, di intenso traffico su internet degli utenti verso siti di particolare interesse, i cyber criminali non perdono l’occasione di sfruttarli.
È il caso della richiesta per il bonus bici che ha attratto l’attenzione delle persone interessate a riceverlo per poter acquistare biciclette e monopattini, mezzo ormai presente tra la lista dei desideri delle persone.