La sicurezza cloud sta vivendo un’evoluzione significativa, con minacce che non si limitano più a semplici attacchi frontali, ma sfruttano configurazioni errate, identità mal gestite e debolezze nel codice. Sempre più spesso, gli strumenti di sicurezza tradizionali non riescono a rilevare queste intrusioni perché si camuffano come attività legittime. Le aziende devono quindi imparare a riconoscere e neutralizzare questi attacchi, comprendendo come vengono messi in atto nella realtà.
Tipologie di attacco emergenti
Un recente approfondimento tecnico organizzato da un team di esperti del settore ha illustrato tre tipologie di attacco che attualmente stanno superando i meccanismi di difesa tradizionali.
- Configurazioni errate delle identità AWS: anche un piccolo errore nella gestione delle identità può permettere a un malintenzionato di ottenere accesso senza la necessità di rubare credenziali.
- File malevoli nei modelli di intelligenza artificiale: la seconda tecnica sfruttata dagli attaccanti consiste nel mascherare file malevoli all’interno dei modelli di intelligenza artificiale, simulando la struttura di naming dei modelli legittimi per eludere i controlli.
- Permessi eccessivi in ambienti Kubernetes: il terzo vettore si basa su permessi eccessivi in ambienti Kubernetes: container troppo privilegiati possono essere sfruttati per prendere il controllo dell’infrastruttura cloud.
Strategie di rilevamento
Gli esperti non si sono limitati ad analizzare i problemi, ma hanno mostrato in dettaglio il funzionamento di questi attacchi e come sia possibile rilevarli in modo tempestivo. Spesso il problema principale è la mancanza di visibilità tra i team cloud e quelli di sicurezza operativa, che non riescono a percepire l’intero scenario delle minacce. La soluzione proposta è affidarsi a strategie di “code-to-cloud detection”, sfruttando l’intelligenza runtime e i log di audit per intercettare tempestivamente attività sospette e prevenire le violazioni.
Buone pratiche consigliate
- Audit regolari dei log cloud per individuare intrusioni invisibili.
- Rimozione dei permessi rischiosi nei cluster Kubernetes.
- Implementazione di controlli specifici per proteggere la pipeline di sviluppo basata su intelligenza artificiale.
- Partecipazione a eventi formativi e webinar tecnici per fornire alle aziende gli strumenti necessari a colmare le lacune tra sviluppo e sicurezza.
Agire in modo proattivo, adottando queste buone pratiche, consente di ridurre i rischi prima che una vulnerabilità venga sfruttata con successo dagli attaccanti. Rafforzare la protezione dell’infrastruttura cloud richiede un impegno costante e aggiornato da parte di tutti i reparti aziendali.

