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Siete sicuri di aver riavviato il vostro iPhone?
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Una recente ricerca dei ricercatori di ZecOps ha costruito un PoC che dimostra la possibilità per gli agenti di minaccia di costruire una formidabile tattica per la persistenza.
È risaputo che il problema fondamentale di qualsiasi software è la sopravvivenza allo spegnimento (o riavvio) del dispositivo fisico su cui viene eseguito: questa sopravvivenza è detta appunto “persistenza”, in quanto consente al software di rimanere, ovvero di riprendere la sua esecuzione anche a dispetto della volontà dell’utente.
È quello a cui aspirano gli agenti di minaccia quando progettano uno scenario di attacco basato di malware (il termine è a dire il vero utilizzato anche per altre forme di persistenza che riguardano la presenza della minaccia con forme di accesso).
È quindi corretto poter pensare che la corretta profilassi contro i malware che non possano disporre di un ancoraggio di persistenza possa essere quella di riavviare il proprio dispositivo: ma tutto questo è stato spazzato via dalla ricerca di ZecOps, almeno per i possessori di iPhone.
La ricerca ha dimostrato infatti che è possibile interagire a livello software con il meccanismo con cui il sistema operativo iOS esegue la sequenza di spegnimento (o riavvio), a tal punto da impedirla. Certo, questo allarmerebbe l’utente; ma il passo successivo degli aggressori sarebbe quello di